Il presidente di Società Gestione Mercato Genova, Giovanni Vassallo, intervistato da Italia Fruit. Ecco il testo dell’articolo firmato da Maicol Mercuriali.
Da Ponte Morandi a Ponte San Giorgio: molto di più che un taglio del nastro. Ieri a Genova si è celebrato il lavoro e l’impegno di persone e istituzioni che, dopo la tragedia di due anni fa, hanno saputo reagire con un grande senso di comunità. Il nuovo viadotto sul Polcevera sarà aperto al traffico da domani, mercoledì 5 agosto, dopo che la cerimonia di ieri – c’era anche il presidente della Repubblica Sergio Mattarella – ha ricordato gli ultimi ventiquattro mesi di Genova. Ventiquattro mesi in cui il ricordo del crollo e delle vittime è stato presente quotidianamente, ma anche ventiquattro mesi in il sistema Genova ha saputo ripartire. E in questo sistema c’è anche il Centro agroalimentare e logistico della città: 27 operatori grossisti, 22 aziende che svolgo attività di logistica agroalimentare, 1.300.000 quintali di ortofrutta commercializzata all’anno, 1.200 ingressi veicolari al giorno. Una struttura che, con le sue imprese e i relativi 600 occupati diretti, ha ovviamente dovuto fare i conti con questa vicenda.
Giovanni Vassallo, presidente di Società Gestione Mercato, cosa significa la riapertura del ponte per Genova?
E’ tanto importante che non ci sono parole per spiegarlo: ciò che è successo due anni fa è stato un trauma e alla città serviranno anni per sedimentare il lutto. Un fatto drammatico che ha colpito le singole coscienze in maniera collettiva.
L’inaugurazione, però, è un forte segnale.
Sì. Da una parte il ricordo, dall’altra la soddisfazione di una collettività che ha saputo reagire positivamente a questa situazione. Colpisce la velocità e l’efficienza, rispetto alle consuetudini italiane, con cui si è arrivati al taglio del nastro. Ma questa è una conseguenza del lavoro che è stato fatto, con un rapporto esemplare tra pubblico e privato. Governo, Regione, Comune, Camera di Commercio e Procura della Repubblica hanno svolto un lavoro immenso, un vero lavoro di comunità. Per Genova è un orgoglio e la chiave di tutto questo è decisamente semplice: ognuno ha fatto il proprio dovere.
Che riflessi ci saranno sul Centro agroalimentare di Genova?
Il mercato è a pochi minuti dal ponte. Abbiamo pagato pesanti conseguenze negativi, il crollo ha reso difficoltoso gli spostamenti delle merci verso ponente. Siamo un centro agroalimentare e logistico: oltre alle 27 imprese grossiste ci sono altre 22 aziende che fanno lavorazione e logistica, che lavorano direttamente con il porto, e sono quelle che hanno risentito di più della viabilità provvisoria. Ma da mercoledì non sentiremo immediatamente la positività dell’apertura del ponte.
E perchè?
Da due mesi i cantieri di manutenzione sulle gallerie autostradali, avviati improvvisamente e simultaneamente, stanno mettendo a dura prova la viabilità della Liguria. Questo scempio è partito proprio nel momento in cui ci doveva essere la ripresa post lockdown: Genova è rimasta nuovamente isolata e questo disincentiva il trasporto delle merci e delle persone, con pesanti danni sull’economia. La nostra speranza è in un veloce ritorno alla normalità.